Skip to main content

Influenza dei fattori di rischio nutrizionali, dello stile di vita e metabolici sulla malattia di Parkinson

stile di vitaL’obiettivo dello studio presentato è esaminare l'impatto di diversi fattori legati allo stile di vita, come l'attività fisica, il tempo trascorso seduti, la qualità del sonno, la dieta, il consumo di caffè e alcol, e il fumo, sul rischio di sviluppare la malattia di Parkinson.

Lo studio ha utilizzato i dati della UK Biobank, una vasta banca dati britannica che raccoglie informazioni sulla salute e campioni biologici (come sangue e DNA) da 502.017 individui. L'iniziativa mira a consentire ai ricercatori di comprendere meglio come geni, ambiente e stile di vita influenzino la salute e l'insorgenza di malattie.
Dopo un periodo di osservazione di 12,8 anni, è emerso che un maggiore livello di attività fisica, un minor tempo seduti, una buona qualità del sonno, un consumo moderato di caffè e carne rossa, così come il fumo, erano associati a un ridotto rischio di sviluppare la malattia di Parkinson. Al contrario, il consumo di alcol aumentava il rischio.
Anche la vitamina D e alcuni parametri metabolici, come l'acido urico, il colesterolo LDL, i trigliceridi e la proteina C-reattiva, sembrano avere un effetto protettivo. Questi risultati suggeriscono che modifiche nello stile di vita potrebbero contribuire alla prevenzione della malattia di Parkinson.
Commento del Dott. Emanuele Cereda, primo autore dello studio:  
 - L’analisi del database della UK BioBank rappresenta ad oggi la più grande casistica (>500.000 partecipanti) che abbia considerato contemporaneamente il ruolo di molteplici fattori di rischio per malattia di Parkinson. Emergono sicuramente delle importanti indicazioni pratiche per il miglioramento dello stile di vita. Sebbene il rapporto causa-effetto di alcuni fattori non sia ancora chiaro (in particolare fumo e qualità del sonno), lo studio pone chiaramente l’attenzione sulla necessità di mantenere una dieta equilibrata con un ridotto consumo di alcool e uno stile di vita attivo, con un’attività anche di intensità medio-alta, oltre che dei livelli adeguati di vitamina D. Tali fattori avrebbero infatti un’azione sinergica nel limitare il processo di neuro-degenerazione alla base dello sviluppo della malattia.
Fonte: Veronese N, et al. Contribution of Nutritional, Lifestyle, and Metabolic Risk Factors to Parkinson's Disease. Mov Disord. 2024 Jul;39(7):1203-1212.  

A cura della Dott.ssa Maria C. Macchione, biologa nutrizionista e del Dott. Emanuele Cereda, Medico Dietologo.  

parkinsonews